Distretto culturale? Speriamo bene…


Pubblicato il 29 aprile 2011 in: Attualita, Il Corsivo,


Renzo Trappolini

- Una buona notizia.

Il presidente della provincia, Marcello Meroi, starebbe lavorando ad un’ipotesi di politica comune (“distretto culturale”) nei territori dell’antica Tuscia Meridionale, da Viterbo a Grosseto, a Orvieto.

Ad un metodo e procedure – è da credere – che impegnino le amministrazioni pubbliche interessate alla definizione congiunta di obiettivi, pianificazione degli interventi, ottimizzazione delle risorse proprie e rafforzamento dei titoli e modi per ottenere finanza esterna.

Ambito prescelto, le iniziative culturali nell’ottica, pare di capire, della loro finalizzazione alla qualificazione dell’offerta turistica.

Impostazione giusta sia per le potenzialità proprie e sostanzialmente identitarie dei territori in termini di offerta presente e futura (l’allungamento della vita e gli anni “a disposizione” dopo il periodo lavorativo, il tempo libero e la mobilità facile incrementano la domanda culturale e quella della ricerca di benessere fisico ambientale ed intellettuale).

Sia per la possibilità di far scorrere in parallelo all’offerta della Capitale un package specifico, distinto e forte che può con essa integrarsi ma, comunque, avere prospettive di successo autonome.

Sia, inoltre, per attuare, in ambito culturale-turistico, una economia di filiera che sostenga e potenzi – coordinandole e assistendole in particolare nel marketing e nei servizi accentrabili – la crescita delle aziende e delle numerose organizzazioni profit.

Naturalmente, il progetto – che non potrà non estendersi al nord della provincia di Roma, a partire da Civitavecchia e dall’etrusca Cerveteri – avrà tanto più successo quanto più coinvolgerà, con i decisori pubblici, le imprese private.

Sembra, dunque, l’avvio di un’attività amministrativa collocata nella ineludibile visione di una politica locale che sa fare i conti con la potenza di fuoco della futura Città metropolitana e di Roma capitale, muovendosi nella logica dei e cogliendo gli aspetti positivi dei Distretti industriali.

L’augurio è che nella scelta degli strumenti che il diritto amministrativo mette a disposizione si scelgano quelli che meno diano luogo a complicazioni, compresi i problemi spartitori di incarichi (spesso tanto numerosi quanto inefficienti).

Convenzioni, associazioni fra province con capofilati per settori (vedi il positivo esempio dei Sistemi culturali del lago di Bolsena)…
Chissà.

Intanto, bene e, speriamo, meglio.

Renzo Trappolini

 





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